giovedì 1 marzo 2007

Chiuso un sondaggio se ne fa un altro

Febbraio si è concluso, e con esso anche il sondaggio del mese. Vi si chiedeva di scegliere quale, tra le 7 canzoni degli U2 proposte, volevate inserire nel jukebox. Le nomination erano:


  • ONE: Una delle creazioni più belle degli U2, una ballata di grande profondità e bellezza, aperta a molteplici interpretazioni. Si riferisce a tutto quel che fa da contorno alla fine di una relazione e all'inizio di una nuova storia. Il senso di colpa, provato da qualcuno che ha appena posto fine ad un lungo rapporto amoroso, emerge quando Bono chiede: "Have you come here for forgiveness / Have you come to raise the dead / Have you come here to play Jesus / For the lepers in your head?".

  • WITH OR WITHOUT YOU: una canzone d'amore perfetta, capace di catturare un'emozione che la maggior parte delle persone coinvolte in relazioni serie hanno provato, quando Bono canta: "I can't live / With or without you". Non si tratta però di una di quelle sciocche canzoni mielose che Bono detesta. Infatti, più a fondo si scava e più ci si accorge che sotto la sua superficie pacata giace un'intricata ragnatela di ansia complessa. Sarà forse concisa, ma With or without you è tutto fuorché immediata.

  • WHERE THE STREETS HAVE NO NAME: canzone che esprime il desiderio di rompere e fuggire, ma che coglie molto bene anche il bisogno disperato di anonimato che una persona nella posizione di Bono prova molto spesso: dove le strade non hanno nome, nemmeno le rockstar ce l'hanno. L'irrequietezza e l'agitazione di Bono sono palesi quando si lancia nella confessione: "I want to run / I want to hide / I want to tear down the walls / That hold me inside / I want to reach out / And touch the flame / Where the streets have no name". Uno dei punti forti della canzone è che non è mai molto chiaro dove si trovino le "strade senza nome", e in particolare quale sia il significato di quella frase. Forse si riferisce al Paradiso. O forse ci offre uno sguardo su una specie di inferno privato.

  • DESIRE: primo singolo tratto da Rattle and hum, è un pezzo carico, con il cane alzato e pronto a far fuoco in mano all'ascoltatore. Desire non era assolutamente quel che la gente ascoltava. Secondo Bono, tuttavia, si trattò anche di una riflessione sulla condizione di rockstar: ammettere la religiosità dei concerti rock e il fatto che vieni pagato per quello; criticare la stravagante genìa di certi predicatori, quelli 'stealing hearts at a travelling show', e rendersi conto che esiste un parallelo tra ciò che lui stesso fa e quello che quei predicatori sono.

  • VERTIGO: Pezzo dal titolo hitchcockiano, è un rock ruvido ed essenziale, che si rifà agli Who e al punk, con “uno di quei riff che sembra sempre essere stato là” (The Edge), ma che si ricollega ai suoni di Boy, quelli che hanno imposto il suono della chitarra di Edge come un marchio di fabbrica. È uno di quei pezzi in cui gli U2 sembrano voler dire: “Sappiamo ancora fare rock, e guardate come lo facciamo”. Il pezzo ideale per aprire i concerti, per far saltare la gente.

  • SOMETIMES YOU CAN'T MAKE IT ON YOUR OWN: Bono e la morte. Un rapporto iniziato troppo presto, con la morte della madre quando era solo un ragazzo. Questa canzone è dedicata invece alla morte del padre. Il brano è nato nel 2001, subito dopo la morte di Bob Hewson, e Bono l’aveva cantato al suo funerale: “Listen to me now / I need to let you know / You don't have to go it alone / And it's you when I look in the mirror / And it's you when I don't pick up the phone / Sometimes you can't make it on your own” canta Bono tra cori in falsetto e la chitarra di Edge a fare da controcanto, in un brano dal ritornello che sa di soul d’altri tempi, ma con il crescendo elettrico tipico della degli U2, commovente quando arriva la frase: “Can you hear me when I sing? / You're the reason I sing / You're the reason why the opera is in me”. Struggente l'introduzione del video, dove in sovrimpressione appare un testo di Bono che dice "Vivevamo in un quartiere popolare di Dublino. Mio padre lavorava di giorno all'ufficio postale, e di sera all'opera, faceva il tenore. Mi ha dato qualche attitudine - e una voce. Avrei voluto conoscerlo meglio".

  • WINDOW IN THE SKIES: ultimo inedito degli U2, è una canzone decisamente spirituale, con riferimenti religiosi ("The stone it has been moved", allusione alla pietra del sepolcro di Gesù rimossa dopo la risurrezione) e all'impegno sociale di Bono ("All debts are removed", con riferimento alla campagna di Jubilee 2000 per l'annullamento del debito del Terzo Mondo). Bono lega in modo perfetto musica e testo alla religione, e spiega come l'amore permette che i miracoli accadano. Il video è assolutamente spettacolare, un'opera di taglia-incolla-adatta di vari video di grandi cantanti del passato come Frank Sinatra, Roy Orbison, gli Who, Jimi Hendrix, Elvis Presley, che sembrano cantare la canzone degli U2 mentre Bono, Edge, Adam e Larry sono tra il pubblico ad assistere. Geniale.

And the winner is......

*rullo di tamburi, squilli di trombe, fuochi d'artificio*

ONE, con il 57% delle preferenze.

Anche se tutte meritavano, il popolo è sovrano, e One è già nel jukebox. Ora il nuovo sondaggio è online.. votate, Votate, VOTATE!!!!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

il video di "window in the skies" mi piace mucho anche a me, veramente fatto bene ^^

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

Your blog keeps getting better and better! Your older articles are not as good as newer ones you have a lot more creativity and originality now keep it up!